Shows
Dr. Jekyll & Mr. Hyde
The Strange Show
di e con
Fabrizio Paladin
al pianoforte, e nel ruolo dello strillone
M° Loris Sovernigo
IL DR JEKYLL E MR HYDE CONDIVIDONO LO STESSO CORPO MA NON HANNO MAI CONDIVISO LO STESSO PALCOSCENICO. ATTRAVERSO SMAGLIANTI OMICIDI ED EFFERATI SORRISI, IN UNA LONDRA LUCIFERINA, ACCOMPAGNEREMO L'UTENZA TEATRALE NEI PARAGGI A SCOPRIRE QUANTO "THE STRANGE SHOW" POSSA ESSERE PAUROSAMENTE ECCITANTE E BRILLANTEMENTE DIVERTENTE.
SIGNORE E SIGNORI ECCO A VOI UN VIAGGIO ATTRAVERSO IL TEATRO TRAGICOMICO, LA PAURA, IL PIACERE E IL DOPPIO
Così si presenta il programma di sala dello spettacolo "Dr Jekyll e Mr Hyde, The Strange Show".
Lo show si svolge attraverso l'interpretazione di un solo attore che affronta i più svariati generi teatrali (prosa, clownerie, grottesco, varietà, cabaret, tragedia..) e segue l'intreccio poliziesco-fantastico del racconto di Stevenson: l'indagine dell'avvocato Utterson, amico da sempre di Jekyll, su Mr Hyde e cerca di ricrearne, divertendo , la suggestiva tensione. Una chiave di lettura accorata e commossa chiude The Strange Show:
"… vorrei solo farvi capire che in me s'è creata questa netta spaccatura fra bene e male non perché io ricercassi il vizio, al contrario, io ricercavo la virtù… lo so che è strano ma è così…." (H. Jekyll)
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Selezionato al "Roma Fringe Festival 2015" con tre repliche a Castel Sant'Angelo e
Fabrizio Paladin riceve la Nomination come miglior attore.
E' stato oggetto della tesi di laurea all'Università Ca' Foscari di Venezia dal titolo:
"Polifonie del comico e del tragico. La riscrittura di Fabrizio Paladin"
Tesi di : Lorenza Fornasiero ; Relatore : Ch.Ma Prof.ssa Ilaria Crotti
Anno Accademico 2009-2010. Ca' Foscari.
Vince il "Calanchi Festival Internazionale di Teatro" nella terza edizione del 2005 a San Marino.
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BREVE NOTA DI REGIA
Permettetemi di presentare uno spettacolo tratto da "Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde" di R. L. Stevenson. Ho affrontato il lavoro di messinscena dividendo il racconto in azioni drammatiche ottenendo così un canovaccio alla maniera della Commedia dell'Arte. Seguendo il filo della mia immaginazione ho costruito le scene un po' a tavolino un po' improvvisando. Si respira aria gotica. Ci sono violini, jazz, un frac, un cilindro e un ombrello, non molto di più in scena, a parte me ovviamente. I personaggi che interpreto sono tutti caratterizzati (per quanto riguarda posture, gestualità…) partendo dalla grande lezione attoriale della Commedia dell'Arte appunto. Ricollegandomi alla tradizione ho potuto avere la consapevolezza e soprattutto la sicurezza che questi fossero tutti credibili e leggibili (e distinguibili l'uno dall'altro) agli occhi del pubblico italiano che, anche se forse non lo sa, ha la Commedia dell'Arte che gli scorre nelle vene. Ovviamente lo spettacolo è tutt'altro che commedia: primo perché interpreto da solo tutti i personaggi; secondo perché non ci sono maschere e terzo perché i generi teatrali affrontati sono molteplici: si passa dal racconto epico al cabaret, dalla prosa al varietà, dal grottesco alla tragedia,…
E' teatro d'attore, linguaggio energico della recitazione, equilibrio sottile fra rigore formale e improvvisazione, sempre fedele a quella dose di imprevedibilità che lo rende umano e unico ad ogni replica.
Lo spettacolo segue l'intreccio poliziesco-fantastico del racconto: l'indagine dell'Avvocato Utterson, amico da sempre di Jekyll, su Mr Hyde e cerca di ricrearne divertendo la suggestiva tensione. Una chiave di lettura accorata e commossa, che giustifica tutta la comicità precedente, chiude The Strange Show:
"Vorrei solo farvi capire che in me s'è creata una frattura così netta fra bene e male non perché ricercassi il vizio, io ricercavo la virtù, … lo so che è strano ma è così… Tutti siamo fatti di bene e male no? Ecco….. " (H. Jekyll)
Fabrizio Paladin.
RASSEGNA STAMPA
La rivisitazione tragicomica di Stevenson nei mille volti di Fabrizio Paladin
Di Giusi Arimatea
INFO MESSINA
9 febbraio 2019
Lo spettacolo "Dr Jekyll e Mr Hide. The Strange Show" ha già vinto la seconda edizione del Premio Internazionale Calanchi ed è stato selezionato al Roma Fringe Festival 2015, in occasione del quale Fabrizio Paladin ha peraltro ricevuto la nomination come migliore attore.
L'accoglienza al teatro Dei 3 Mestieri dell'attore, drammaturgo, regista, insegnante e insegnante trevigiano classe '75 è stata dunque quella che si riserva agli artisti con un curriculum d'eccezione. Sulle sedie coi cuscini rossi si accomodavano uno a uno gli spettatori, scrutati dagli occhi dello stesso Paladin, al quale competeva fare gli onori di casa e rompere il ghiaccio prima che cominciasse lo show.
Tant'è che al racconto gotico dello scrittore scozzese Robert Louis Stevenson si arriva dopo una fase di "riscaldamento". Lì c'era già tutto Paladin, vero e proprio mattatore sulla scena, capace di assumere su di sé tutto il peso della policroma narrazione di una storia e quello, ben più greve, dell'operazione che, la dispensasse dall'ingombro marcatamente letterario e l'assoggettasse piuttosto all'esigenza inderogabile di una leggibilità teatrale.
Farcita di intermezzi faceti, frutto in taluni casi d'una genuina quanto esperta improvvisazione, senza forzatura alcuna si consumava il dramma di un'unica mente scissa tra il bene e il male.
Fabrizio Paladin, cui non si addice l'economia di risparmiarsi sulla scena, era allo stesso tempo Jekyll, Hyde, Utterson, Lanyon, Poole. Tutti personaggi che, coi loro precipui vezzi e ghiribizzi, magistralmente rimarcati dall'attore, abitavano i gli spettrali anfratti londinesi concepiti da Stevenson.
Le luci scortavano il farneticante percorso di Paladin e assolvevano una funzione di fatto scenografica, ora adombrando un ambiente ora illuminando una strada, ora sostituendosi a una lampada da lettura qualunque.
Accompagnava al pianoforte lo show il composto Loris Sovernigo, silenziosa spalla che assecondava e talora rimetteva in riga l'irrefrenabile Paladin, col quale si intendeva alla perfezione.
Scomposto in mille piccolissimi pezzi il romanzo, quasi gettato via, la verve tragicomica dell'attore trevigiano reggeva da sola l'intera impalcatura teatrale, mescolando commedia dell'arte e puro divertissement, in nome della quale Paladin metteva al servizio di un dramma polifonico ogni centimetro cubo di sé.
Nessun cambio di scena che non fosse scherzosamente mimato prima, che non comportasse un cambio drastico o accennato di registro, un accorgimento stilisticamente funzionale. Tra artificio e ostentazione, tra l'istinto a fare sul serio e quello di giocare. Tutto pur sempre enfatizzato, sopraelevato e contemporaneamente alleggerito dalle note a margine del generosissimo Paladin.
Quando esplode il conflitto di Jekyll e Hyde l'attore dimostra d'essere all'altezza dell'arduo compito che ti assegna tutte le volte il teatro: quello di destrutturarti al punto tale d'essere te e mille altri che neppure lontanamente ti assomigliano. Lì dimora il vero talento. Solo allora persuadi il pubblico di aver dato non già quello che sapevi, ma ciò che realmente volevi, scegliendo tra un ampio ventaglio di alternative, tra una folla di te drammaturgicamente possibile.
link: https://www.infomessina.it/wordpress/?p=14946&fbclid=IwAR2Bqi7zXAjH7QPRIZnaNEU2kg9UCjx47n2OsUHfS4gGVrWv0V9tbwHM-Ss
Fabrizio Paladin | Dr. Jekyll e Mr Hyde
12 febbraio 2019
di Alice Ingegneri
Messina – "Ho affrontato il lavoro di messinscena dividendo il racconto in azioni drammatiche ottenendo così un canovaccio alla maniera della Commedia dell'Arte. Seguendo il filo della mia immaginazione ho costruito le scene un po' a tavolino, un po' improvvisando". Con queste parole Fabrizio Paladin presenta il suo "Dr. Jekyll e Mr Hyde – The Strange Show", andato in scena al Teatro dei 3 Mestieri venerdì 8 e sabato 9 febbraio 2019 per la rassegna "Radici per Restare".
Il pubblico viene accolto da una presentazione molto rumorosa, portata avanti dallo stesso Paladin affiancato dal maestro Loris Sovernigo al pianoforte. L'atmosfera è caotica sebbene ci sia un solo uomo che si muove nello spazio scenico. Si comincia con uno scherzo da fare per eventuali ritardatari. "Appena arrivano, facciamo finta che lo spettacolo sia finito". Il pubblico ride di questa battuta ed è molto felice di venire coinvolto in un giochino che lo rende ben predisposto a gustare lo spettacolo. Forse sarebbe stato più opportuno stringere un po' i tempi della presentazione, però, che si è dilungata per oltre venti minuti fra "regole dell'educazione di un buon pubblico" e chiacchiere da cabaret con una mamma e suo figlio di sette mesi.
Non appena inizia l'effettiva messinscena, si avvertono le tinte della commedia dell'arte. Paladin riempie la scena con movimenti ampi. Giostrandosi fra diversi accenti d'Italia e infine con un inglese inventato, arriviamo al "primo capitolo" e da qui allo svolgimento della trama. Seguendo il ritmo incalzante del thriller, vediamo l'avvocato e amico del dr Jekyll, Utterson, cercare di capire chi sia questo mr Hyde che dal nulla è piombato nella vita del dottore. L'indagine si sposta sui toni del bene che vive in simbiosi con il male, come d'altronde si propone di spiegare l'autore del testo originale R. L. Stevenson. Il lavoro sul testo svolto da Fabrizio Paladin resta fedele alla storia, stravolgendo soltanto il modo di presentare gli eventi. Si passa infatti ad osservare momenti di comicità che porta il pubblico a sbellicarsi, specie nel momento in cui arriva sulla scena il terribile Hyde. Esilarante il momento in cui l'attore prende in mano una copia del testo originale e, dopo aver letto testualmente la descrizione fisica di Hyde, prova a riprodurla fino a che, stremato, lancia via il libro imprecando contro l'autore. Numerose sono le imprecazioni, ma nessuna tanto fastidiosa da portare il pubblico a storcere il naso. Piacevolissime tutte le piccole gag che coinvolgono i ragazzi alla consolle e i tecnici, il momento di "pensieri ad alta voce" fra il pianista e l'attore; esilaranti i momenti di repentino cambio della personalità di Paladin che salta da un lato all'altro della scena per interpretare un dialogo, indimenticabile il realismo dello sketch sugli ubriachi e quello della reazione alla caduta dell'uomo e della donna – anche se non era il caso di specificare che la sera prima il pubblico era meno numeroso.
Trattandosi di un "one-man-show" la difficoltà stava nel mantenere alta la tensione e l'attenzione del pubblico. Con dei piccolissimi cali, dovuti alla lecita stanchezza di chi interpreta ogni ruolo del canovaccio, Paladin si fa ascoltare. Alle volte parla direttamente con il pubblico, per incalzarlo o rimproverarlo. La reale gradevolezza dello show sta nell'avere furbamente usato un testo tragico come pretesto per creare un divertente collage di generi teatrali che sfioravano il taglio cinematografico dei primi anni '30. Sebbene sia più facile – e forse anche più comodo – discutere di un argomento serio come l'inevitabilità del male facendosi una grassa risata, Paladin conclude la sua piéce lasciando la parola a Jekyll. È proprio quello che rimane del dottore, infatti, a parlare con una giuria immaginaria:
"Non puoi sapere come la penso [sugli eventi accaduti e il male fatto].
Non mi è stato concesso di vivere il mio male […], l'ho nascosto, l'ho umiliato. Il mio male è cresciuto da solo.
Le persone vanno amate intere, non per metà".
Fanno riflettere, le ultime parole di Jekyll, che recitano gli stessi concetti lasciati da John Lennon in una delle sue lettere: "Nasciamo interi".
Con l'eco di queste parole che ancora riempie la testa del pubblico e gli applausi a riempire la sala, tutto si chiude con un grande selfie di famiglia.
Fonte: https://www.straighton.it/fabrizio-paladin-dr-jekyll-e-mr-hyde/
"Dr. Jekyll and Mr. Hyde", maschere da commedia
Lo spettacolo di Fabrizio Paladin ha aperto a Sassari la rassegna "Tribù Teatrali" Una comicità fresca e travolgente che affonda le radici nella tradizione italiana.
di Monica De Murtas
03 aprile 2017
SASSARI. Ha preso il via con uno spettacolo attesissimo, "Dr. Jekyll and Mr. Hyde: The Strange Show" pluripremiato e in prima assoluta in Sardegna, la rassegna Tribù Teatrali, organizzata da Ars Tribu, che porta sul palco del Ferroviario alcuni degli spettacoli più importanti del panorama indipendente nazionale.
"Dr. Jekyll and Mr. Hyde: The Strange Show" non ha deluso le aspettative del pubblico accorso al Ferroviario che ha accompagnato con molti applausi l'intensa performance di Fabrizio Paladin, attore Trevigiano e maestro internazionale di commedia dell'arte. Accompagnato dal maestro Loris Sovernigo al pianoforte, l'artista ha portato in scena le sue doti di inesauribile mattatore intrattenendo il pubblico per un'ora e mezzo di grande show.
La "valigia dell'attore" si schiude sul palco nello sferzante spettacolo per il quale Paladin è stato nominato miglior attore" al Fringe Festival di Roma. Il classico della letteratura rivisitato in chiave grottesca, offre infiniti spunti all'attore veneto per far ridere e coinvolgere il pubblico in una comicità che sfiora i confini del cabaret per poi diventare teatro di parola e narrazione in alcuni passaggi e chiudersi con un monologo in cui le tecniche recitative classiche inchiodano il pubblico alla sedia, niente più risate e spazio alla riflessione. Le camminate, i gesti allargati, le posture accovacciate e contorte da maschera di Zanni rimandano in diversi momenti alla gestualità, alla pantomimica e a quell'intelligenza coreografica del corpo tipica della commedia dell'arte in cui Paladin inserisce però battute e clownerie giocate sui tempi della comicità contemporanea.
Grande tecnica anche nell'uso della voce e dei suoi diversi timbri che trasformano l' unico attore in scena in tutti i personaggi della storia. I virtuosi cambi di registro vocale spesso repentini e inaspettati, ispirati dalla dualità del personaggio Jeckyll-Hyde offrono al bravissimo Paladin l'opportunità di inerpicarsi in metamorfosi continue. Oltre le descrizioni tecniche il risultato è una comicità fresca e esilarante, il pubblico ride di gusto coinvolto attivamente nella storia. Perché la recitazione si basa su una strana formula che per funzionare deve essere invisibile e un po' misteriosa come la strana miscela che trasformava Jeckjll in Hyde.
Applausi infiniti nel finale per uno spettacolo che fa ridere ma anche riflettere perché ognuno in fondo sa di avere dentro di se diverse anime nascoste pronte a risvegliarsi.
Dr. Jekyll e Mr. Hyde
di Michele Di Muro
Si tratta della rivisitazione moderna e in chiave comica del classico dello scrittore scozzese ed è stato oggetto di una tesi di laurea tenutasi presso l'Università Ca' Foscari di Venezia. Il mattatore è il bravissimo e vulcanico Fabrizio Paladin, autore e interprete della pièce. La scenografia è quanto mai essenziale, essendo costituita da un solo appendiabiti; tutta l'attenzione è infatti incentrata sull'attore, che interpreta attraverso pochi accorgimenti scenici tutti i personaggi della storia. Gli sketch si susseguono veloci e sono accompagnati dal bravo pianista Loris Severnigo, il quale funge anche da spalla comica alla messa in scena. Si inizia a ridere già dal prologo, in cui è l'attore stesso a vivere l'ambivalenza tra il bene e il male. Il racconto scorre veloce, non c'è mai un attimo di pausa e la storia si sviluppa secondo un ritmo vorticoso, che rapisce lo spettatore. Gli interpreti ci sono tutti: oltre a Jekyll ed Hyde, ritroviamo l'avvocato Utterson, il dottor Lanyon e il maggiordomo Poole. La rappresentazione segue fedelmente il racconto di Stevenson e, in sequenza, vengono messi in scena i principali episodi della storia. La tecnica attoriale di Paladin è impeccabile e funziona la complicità col pubblico presente. Costanti sono i giochi linguistici tra inglese, italiano e dialetto. I generi teatrali sperimentati sono molteplici: vi si trova il monologo, il dialogo serrato tra i personaggi e la lettura diretta del testo da parte della voce narrante, il dramma e la commedia. Lo spettacolo è ben scritto e mirabilmente interpretato. Paladin possiede un ottimo senso del tempo comico e la sua performance lo pone tra le personalità decisamente più interessanti del festival. Il merito della compagnia ci pare sia stato quello di essersi misurati con un classico intramontabile della letteratura anglosassone, riuscendo nell'intento di modernizzarlo e renderlo in maniera fresca e originale. I cinquanta minuti di spettacolo imposti alle compagnie del Fringe, sono pochi per questo divertentissimo spettacolo. Spassoso e consigliatissimo".
(Fonte: https://www.periodicoitalianomagazine.it/notizie/ROMA_FRINGE_FESTIVAL_2015/pagine/Dr_Jekyll_e_Mr_Hyde_the_strange_show_recensione_Roma_Fringe_Festival_2015)
Al Fringe Festival di Roma la moderna rivisitazione di un classico: "Dr. Jekyll e Mr. Hyde, the strange show"
di Nicolò Vignati
Un problema iniziale al sonoro non fa perdere le speranze al protagonista e unico interprete Fabrizio Paladin che prende in mano le redini della situazione e inizia a improvvisare gag e battute con il pubblico. Forse già lì è iniziata la pièce, che poi cos'è davvero questa pièce? È una commedia, la destrutturazione tragicomica del romanzo di Robert Louis Stevenson. Proprio dalla lettura di un passo del testo, infatti, muove la narrazione dell'opera, per poi irriderne gli aggettivi usati e buttare il libro fuori dal palco, senza offesa alcuna ma con puro umorismo.
D'altronde prerogativa dello spettacolo è la sperimentazione, nella quale convergono vari generi teatrali. Accanto all'intreccio poliziesco-fantastico del racconto originale, vi è il viaggio dissacrante in una Londra pericolosa le cui vicende (come, nei primi istanti, la caduta in strada della bambina per colpa dell'uomo) vengono trattate ricreando atmosfere spiritose. E la prima questione buffa perché paradossale è proprio quella relativa al Dr. Jekyll, un uomo che condivide con Hyde lo stesso corpo ma non il medesimo palcoscenico. La scenografia è minimale, resa anche attraverso il corretto gioco di luci per differenziare i vari personaggi interpretati dallo stesso attore.
Paladin si mostra abbastanza capace dal punto di vista della verve comica, sebbene i molteplici riferimenti di scherno agli odierni politici appaiano forzati, fuori luogo per la storia messa in scena e ormai più che banali per quanto abusati. In ogni caso l'accompagnamento musicale al piano del collega Loris Sovernigo risulta efficace, così come il suo intervento in più punti della rappresentazione quando lancia l'ombrello o altri oggetti al protagonista. Un'intesa perfetta dunque fra i due, vincente nell'escamotage di coinvolgere un collaboratore fuori dal palco. Ma la partecipazione proviene anzitutto dagli spettatori, e le loro risa l'hanno dimostrato.
(Fonte : https://www.recensito.net/pag.php?pag=14823)
Piove o non piove? Racconti tropicali dal Roma Fringe Festival
Ben più disinvolto e leggero è l'approccio di Fabrizio Paladin con "Doctor Jekyll e mister Hide The Strange Show", che segue lungo i tradizionalmente oscuri vicoli della Londra ottocentesca i personaggi del tetro romanzo stevensoniano. Una trama nota a chiunque più per le numerosi versioni cinematografiche che per la lettura del lavoro narrativo.
Paladin ne fa un concentrato strettissimo, tutto contenuto nella propria performance attorale. Linguaggi diversi assolvono a funzioni diverse, anche se la predominante è la dissacrazione dello stesso testo, la resa a un livello comico che non ignora specialmente il cabaret, dal più raffinato e tecnicamente avveduto (non manca un breve tempo di sonata per "bussata di nocche su porta d'ingresso" e pianoforte) a quello basato sull'illuminotecnica, forse troppo pulito per l'aleatorio spazio all'aperto, fino al meno raffinato gioco sulla battuta vernacolare e sulla smorfia. Il tutto, sempre in costante dialogo col pubblico, sempre apertamente in rapporto alla contingenza, con una capacità di adattamento da performer di calibro. E i performer sono due: alla recitazione di Paladin si associa ineliminabilmente il contributo di Loris Sovernigo al pianoforte, "uno che ha fatto il conservatorio", puntuale destro e contraltare, in un teatro comico che marcia senza intoppi ("piove? – di nuovo – non piove?"; "lei, signora, ha pagato il biglietto" diretto a chi prova a imbucarsi a metà rappresentazione) e si conquista consensi.
( Fonte : https://www.klpteatro.it/piove-o-non-piove-racconti-tropicali-dal-roma-fringe-festival )
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"(...)Venerdì sera, al Lumiere di Ragusa, l'esplosione finale con il suo spettacolo "Dr. Jekyll & Mr. Hyde The Strange Show". Il pubblico ha risposto alla proposta con frequenti applausi e con l'entusiasmo per la versatilità e l'incontenibile esuberanza di questo artista straordinario". (TELENOVA RAGUSA – 3 MARZO 2010)
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"Venerdì 26 Febbraio al Teatro Lumière di Ragusa è andato in scena il suo spettacolo Dr. Jekyll & Mr. Hyde The Strange Show. Lo spettacolo, tanto originale quanto divertente, ha suscitato continui applausi a scena aperta e ha entusiasmato il pubblico per la versatilità ed l'incontenibile esuberanza dell'artista – vero talento comico - il quale ha interagito continuamente col pubblico in sala. Paladin ha passato in rassegna tutti i personaggi della famosissima storia con cambi esilaranti e con un ritmo sostenutissimo. Complice e bravissimo anche il maestro Loris Sovernigo che lo ha accompagnato al pianoforte con fuoriuscite da attore molto divertenti".
(LA CITTA' DI RAGUSA – 3 MARZO 2010)
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"Secondo appuntamento oggi al Teatro della Murata con lo spettacolo Dr. Jekyll a Mr Hyde, the strange show" di Fabrizio Paladin e in replica il prossimo fine settimana. Dopo il tutto esaurito di ieri sera, l'attore - autore trevigiano ripropone un suo adattamento della celebre opera (….) paurosissime risate ed esilaranti paure travolgono lo spettatore".
(Michele Manente ; IL GAZZETTINO – 21 OTT 2007)
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"… Dr Jekyll e Mr Hyde- The Strange Show- così si intitola il nuovo spettacolo ideato e interpretato da Fabrizio Paladin e realizzato con Nicola Zanin e Matilde Tudori – si apre, curiosamente, con una carrellata tutta italiana del protagonista, alle prese con gustose caratterizzazioni dei più diversi dialetti della penisola. E' solo un assaggio del polimorfismo di Paladin che, grazie alla disponibilità di un complice dietro le quinte e ad un sapiente uso di luci, musiche e costumi, dà anima e corpo a parecchi personaggi della vicenda che più che brividi nella rilettura proposta diviene pretesto per far divertire il pubblico…."
(Giuseppe Barbanti- LA NUOVA DI VENEZIA)
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"Il conflitto tra Bene e Male? Lo si può risolvere a suon di risate. Al Teatro della Murata l'attore e autore Fabrizio Paladin risolve la drammatica disputa a modo suo, regalando un'ora e dieci minuti di divertimento (…) Sul piccolo palco della Murata, Fabrizio Paladin non si limita a sdoppiarsi in Jekyll e Hyde: si moltiplica per nove dando voce a tutti i personaggi della narrazione…"
( S.G. – IL GAZZETTINO DI VENEZIA)
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"…Moltissimi sono i personaggi, le comparse e le macchiette che rendono lo spettacolo così completo e gustoso (…) e tutti, protagonisti e non, discutono, si azzuffano e si dimenano nel corpo dell'unico attore, Paladin appunto, in un duttile e geniale schema di interazioni che costituisce la struttura portante dell'intera messinscena.(…) Caratterizzazione a tutto tondo dei personaggi che fa di Paladin non solo un comico eccezionale ma anche un "pingitore" di figure perfettamente riconoscibili, modellate come schizzi svelti ed efficaci, senza ripensamento(…) A definire lo spazio e il ritmo inalzante delle azioni sono dei giochi di luce, luce – disegnata da Matilde Tudori – calda e capace di creare effetti speciali, di arroventarsi nel dramma, di giocare con le sue assenze, ma anche di farsi eterea nella scena più trascendentale della storia…(…) La storia segue l'andamento del racconto (…) concludendosi – a sorpresa - sulle sottili note di archi che accompagnano una soluzione inaspettata, filosofica eppure in assoluta sintonia con l'insieme dello spettacolo…."
(Chiara Borsato – AUTONOMIA BELLUNESE )
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"Un comico eccezionale, artista giovanissimo, dotato di una maturità artistica e consapevolezza tecnica assolutamente di prim'ordine. E' il trevigiano Fabrizio Paladin che nel piccolo e raccolto teatro mestrino "La Murata" mette in scena "Dr Jekyll e Mr Hyde, The Strange Show"…."
(C. B. - IL GAZZETTINO DI TREVISO)
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" (…) L'attore affronta da solo il testo di Stevenson dal quale ha tratto un canovaccio alla maniera della commedia dell'arte e fonde insieme prosa, clownerie, varietà, cabaret, grottesco e tragico il tutto calato in atmosfera gotica.(…) Da solo in scena, insieme a musica di violini e jazz, un frac un cilindro e un ombrello interpreta magistralmente tutti i personaggi cercando di dare a ciascuno il suo carattere inconfondibile…"
(Virna Trivellato – 2000 mensile d'arte– N° 3)