Metodo e Filosofia del Lavoro

2025.03.12


"Il mio metodo è basato sulla maschera come strumento per la crescita professionale e personale dell'attore. La Commedia dell'Arte non viene intesa come genere o stile ma come tecnica della creazione scenica incentrata non sul drammaturgo o sul regista ma esclusivamente sull'arte dell'attore.
L'oggetto maschera è strumento dell'artista creatore e funge da ostacolo da superare per uno sviluppo delle potenzialità delle capacità comunicative ed espressive del corpo, percorso di perfezionamento che chiamo: "la mutilazione evolutiva". Tale mutilazione consiste nel coprire il viso dell'attore e tutte le espressioni che ne derivano, per trasferire al corpo, nella sua interezza, il ruolo di comunicazione del significato scenico al pubblico.
Il metodo è teso a mettere in discussione ciò che siamo da sempre inclini a ritenere e cioè che esistano solo due campi distinti, se non incompatibili, di conoscenza: la teoria e la pratica. Come a dire che tendiamo a ritenere che l'atleta sia incapace di pensare allo sport se non nei suoi muscoli e il tecnico incapace di praticarlo se non nel pensiero. Una visione binaria e oppositiva. In realtà teoria e pratica non sono modi separati ma livelli interagenti della scienza.
Per l'arte dell'attore, così come la intendo, esistono almeno tre livelli: la teoria, la pratica, e un livello intermedio che chiamo la sapienza.
Per questo motivo tutto lo studio attoriale si avvale di varie discipline in ogni campo di indagine, dall'ermeneutica alla psicologia della percezione, dalla storiografia all'iconografia in una continua evoluzione. La Commedia dell'Arte fungerà quindi da griglia sulla quale applicare tutti gli studi e ricerche dei grandi maestri del '900 che più hanno influenzato la mia formazione: Stanislavskij, Grotowski, Barba, Copeau, Artaud, Lecoq.
Riassumendo si tratta coniugare la teoria, e cioè il livello delle leggi, e la pratica il livello delle soluzioni empiriche per arrivare alla sapienza: il livello delle regole pragmatiche.
Tra il sapere della teoria e il fare della pratica arriveremo al saper fare che non è solo, banalmente, esperienza individuale ma anche consapevolezza generale del fare.
Si lavorerà con corpo e mente, non distinti ma uniti nello sviluppo della conoscenza della nostra arte per sfruttare le nostre possibilità in una progressiva evoluzione." Fabrizio Paladin